[-14 Gg.] Di Distintivi E Pistole Come Se Fossero Badge Da Server Farm E Cacciaviti

Venerdì 02 (ieri) si è svolta la cerimonia di riconsegna badge della server farm di Milano.
Erano 2 giorni che me lo portavo nello zaino, in dubbio se riconsegnarlo o meno, non tanto per poter tornare dentro i corridoi colorati di giallo, ma tanto per il valore simbolico di quel distintivo elettronico.
Invece ieri, proprio come nei film dove il detective dimissionario consegna distintivo e pistola all’ispettore capo di turno, mi sono trovato a riconegnare il mio badge al mio “ispettore capo”, momento simbolico, che ha messo il segno sulla fine definitiva del mio incarico da sistemista.

Comincia così il vero conto alla rovescia, e si rovescia oltre che al conto anche un po’ lo stomaco.
Si, dispiace, si, sono felice, si, mi sento un po’ preso emotivamente da questi ultimi 14 giorni.

Quattro anni passati a lavorare nel solito ufficio, con le solite persone che stimi e di cui sei amico non possono essere lavati via con un semplice colpo di spugna, proprio no.
Oggi forse, mi sono anche reso conto di quello che sta per succedere davvero e anche se con poca voglia, ho cominciato l’Archivio.
Ho raccolto tutto quello che ho prodotto in 4 anni, appunti, blocchetti, buste paga, i libri del corso di inglese con il quaderno degli esercizi e sopra tutto ho appoggiato la lettera di dimissioni.
Ho fatto poi un bel pacco, tutto tenuto assieme da un paio di elastici belli spessi e verdi, come quelli che si usano per tenere assieme i mazzi di carciofi ribelli, ed ora è tutto lì archiviato, inscatolato e scaffalato.

Prima di mettere tutto via però ho voluto fare una revisione di quello che è successo, vedere cosa stavo per chiudere dentro il plico, ho guardato dentro ed ho ritrovato un pezzetto di vita che è trascorsa in mezzo a riunioni, progetti, simpatia, fagioli (quella degli Skiantos), pizze alle 4 del mattino in ufficio, 44 blade hp da montare in meno di 4 ore, l’asterisco di Keyfyss, treni presi al volo dalla stazione di Milano, migrazioni di server da palazzo a palazzo passando sul pavè, il caffè la mattina rigorosamente “SECCO?!”, “Si dice Indirizzo IP”, le poesie di Fabio, plichi, i check di nagios, il Sysmon ed il suo maledetto manuale mai scritto, l’implosione della wireless ad opera mia, la GSA a Chicago, il Cinic e la riscrittura del comando ls in php, le ditate sul casco/cellulare, gli invii di e-mail che rasentano i 65.000 al giorno, il Bradipo Noferio, la collezione di barattoli di gomme da masticare di Firetto, la pizza da “Icchè t’ammollo palle?”, il Giova, lo Stiaccia-Male, le immagini dei server virtuali e dedicati, il treno da prendere a Campo di Marte, “Lo Stordito” che ordina i caffà al banco in modalità UDP, che gli chiedi l’acqua naturale e te ne porta 2 gassate, il bar detto “da Adolf” a causa delle visioni non proprio antirazziste dell’ex-proprietario, il fornaio che ti chiede istruzioni su come si fa il mount di una partizione per cambiare la password di root, la biondina (come entità logica che ti prepara la colazione), il puzzo della discarica dell’ufficio all’Osmannoro, le blade in server farm che ti alitano addosso mentre sei a cablare, la fila I, I come HawaI (60 gradi circa), le partenze per Milano, con gli occhi ancora appiccicati dal sonno, il semolino da 1/2 Kg (maledetto vetro stondato!), il cd della Gentoo Current(no non è una leggenda io l’ho visto), il cacciavite a stella che non c’era mai, le Tozzate e relative scuse improbabili, le frasi a cui non credere mai (-Il carico è salito a 600, che avete fatto dei commit? -No, noi non abbiamo toccato nulla, anzi, nulla di nulla!), i dischi che si rompono SEMPRE il venerdì pomeriggio, il “mai una gioia”, la “Fornaia Male”, la palestra del Cigno, Worcester con i cigni, la Milanese con Patate, “bicchierino”, arrivare al lavoro con i pattini durante l’estate che a Firenze si riesce a parcheggiare anche gratis e quasi vicino per il resto vado a rotelle, il blog dei sistemisti di big D, il gelato da “Tazza Grande”, il caffè al freddo invernale dentro il mercato di S.Ambrogio, “Luogo Comunue”, la lavatrice parcheggiata all’ingresso, il calcino, la “piogga di SMS” quando si piantavano le Opus, la prima notte di reperibilità, la maledizione della VPN/SVN, i bimbi e le bimbe che lavorano a Bergamo, i buoni pasto, il colore delle pareti di Big D, la ditta (e non Azienda), Database, Attila e le stupidate, dormire nella casa di via Settembrini, il nagios arrossato,i problemi assurdi, i grafici che grattano sul tetto, le richieste ingenue, la polemica gratuita, la lavagna senza i pennarelli, il fegato gonfio (non quello d’oca, ma il mio), PROFTPD e le direttive del cazzo attive di default che non funzionano con NFS, il corso di Inglese, i colleghi, gli amici, i sistemieri.

Ora la riminiscenza è completa, non resta che aspettare.