Il Tuffo Nel Passato
Son passati piu’ di 20 anni da quando la mattina, un po’ assonnato, piu’ o meno alle 7:00 lasciavo casa per andare a posizionarmi dietro al mio banchino @LSS Niccolo’ Copernico di Prato (quello ‘vecchio’ in via Costantini).
Tutte le mattine la solita routine, esci da casa senza colazione, cammina fino a Piazza Gramsci, arriva al casottino dell’edicolante per vedere se e’ uscito il Dylan Dog nuovo e salta sul 4b (poi ‘6’) fino all’ultima fermata di Viale Montegrappa, dove l’autobus oramai stracolmo rovesciava in strada un pericolosissimo branco di 13-16 enni che si sarebbero poi incamminati giu’ per via Valentini, quasi tutti in silenzio, una lunga fila indiana di pendolari in erba; si va, con nebbia ed a volta pioggia, oppure con il sole e la giacchetta sulla spalla.
Stamattina, dopo piu’ di 20 anni, mi ritorna in mente quel pezzetto di vita, che si e’ ripetuto per 3 anni buoni, 6 giorni a settimana.
Mentre scendo dalla Central a White City, io arrivo da Ovest, c’e’ un altro treno che invece arriva da Est, e letteralmente vomita fuori, quasi li avessero pigiati dentro a pressione, tutti i pendolari della BBC, che fanno la mia stessa strada.
Nel grigiore del ‘fuori dalla tube’ mi mischio all’esercitino di giacchette e teilleurini, di felpe con il cappuccio e tatuaggi improbabili da collo, quasi tutti presi oppure persi nel silenzio rumoroso di un iPhone che urla un qualche tipo di D&B, in una lunga fila indiana di pendolari professionisti.
Buffa la vita che si ripete
Buffa la inconscia ricerca di una routine