Il Radio Amatore
Ho sempre avuto un prurito per le radio, sin da quando ero un bimbo che sentivo parlare di CB, la curiosità non è poi evaporata nemmeno da un po’ meno bimbo e si riaccendeva tutte le volte che sentivo parlare di Radio Amatori, comunicazioni a grandi distanze senza l’uso del telefono e scanner radio che intercettano comunicazioni fra torri di controllo e piloti.
Mentre ero in Italia ho provato ad approcciare la licenza da Radio Amatore nel 2010, ma l’impresa si e’ rivelata di proporzioni troppo epiche.
Nessun radio club a meno di 20 KM da casa ed i libri acquistati dello shop ufficiale, che avrebbero dovuto aiutarti a superare l’esame, erano:
uno un manuale avanzato di elettronica applicata ed l’altro la trascrizione della legislatura che regola l’attività Radio Amatoriale in Italia O_o
Ho cominciato, davvero, ma mi son fermato sconfitto a pagina 10.
Poi son partito per Londra e l’idea è un po’ svanita, sino al 2019,
quando mi sono andato a finire sul sito web della OFCOM, l’autorità inglese delle telecomunicazioni.
Da lì è ripartita l’aspirazione alla licenza di radio-amatore.
Adesso sono parte di un radio club dove l’età media, da quando sono entrato ufficialmente nelle statistiche, è 65 anni.
Si fanno gli equivalenti dei LAN party, dove si porta il saldatore a stagno e ci si mette a tavolino a montare un kit per le trasmissioni morse e poi a mandarsi i messaggini (non scherzo, il kit da montare si chiama PIXIE).
Si parla di frequenze e di tempeste solari, si invitano esperti a parlare di antenne e di comunicazioni sia a lungo che corto raggio.
Insomma non è per tutti.
Ho trovato comunque un buon supporto per arrivare all’esame ed il 20 di gennaio, lunedì prossimo, sarò sul banco degli esaminati per la licenza base.
26 domande a crocette da completare in un’ora, include elettronica di base, sicurezza, frequenze, antenne e connettori.
Il punteggio minimo è 19 e son già 2 settimane che mi leggo e rileggo i libri del programma sperando di non fare cappellate.
Farò sapere.