Birra Alle Ciliegie

Oggi a pranzo ho stappato e bevuto con sommo gaudio qualcosa di decisamente buono.

Qualche settimana fa ho infatti ricevuto un piacevole regalo, una confezione di 3 bottiglie di birre belghe artigianali.

La birra viene realizzata come da ricetta tradizionale della birra bianca belga (e si sente parecchio), non vengono però utilizzati zuccheri (nemmeno quelli di malto) e non vengono inoculati lieviti.
Oggi come oggi infatti vengono utilizzati diversi tipi di zucchero (maltosio, fruttosio, o il comune zucchero da cucina) per variare il sopore o la componente alcolica delle birre, ed utilizzati lieviti particolari e selezionati per essere sicuri che la fermenazione avvenga in determianti modi.

Il mosto così cotto viene messo quindi a riposare in enormi botti di legno dove viene lasciato riposare per 3 lunghi anni, ed è proprio in queste botti che si innesca una fermentazione naturale, al termine della quale otterremo una birra molto diversa da quella che siamo abituati a bere in lattine o bottiglie acquistate al supermercato.

Si tratta di qualcosa di molto particolare, dalle caratteristiche forse più accomunabili al vino che alla classica “birra”.

Quella di oggi è una birra dove al mosto sono state aggiunte ciliegie morelle, è del colore di una spremuta di pompelmo rosa e (stranamente) frizzante.
L’odore è particolarmente secco ed aromatizzato (indovina?) alla ciliegia, e sorprendono un po’ i primi sorsi, quando ci si ritrova a bere una birra molto acida e forte (son comunque 5%).
Il retrogusto è comunque fruttato e piacevole.
Si sente che non è una birra giovane, e nonostante mi abbiano assicurato che fermenta solo nelle botti io sospetto che anche un po’ di fermentazione in bottiglia se la sia fatta.

Comunque confermo quanto già detto all’inizio del post….
Era solo una bottiglia da 33 ma è stata una grande esperienza :)

P.S. Mi sento comunque di sconsigliare (nonostante la mia poca esperienza in birre) l’accostamento con la pizza ananas e prosciutto che in Worchester si ostinano caparbiamente a mettere nei menù (ed a vendere).

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